Covid: ecco quando usare gli antivirali


12 Febbraio 2022
12/02/2022 10:33:08

“Alla luce della sopravvenuta disponibilità di nuovi farmaci antivirali e anticorpi monoclonali” e “acquisito il parere formale favorevole del Consiglio superiore di sanità”,

il Ministero della Salute ha aggiornato le indicazioni sulla gestione domiciliare dei pazienti Covid.
“Attualmente le terapie, sia con anticorpi monoclonali, che con antivirali, sono indicate per soggetti con Covid-19 lieve – moderato di recente insorgenza, non ospedalizzati e non in ossigenoterapia, che presentino fattori di rischio per lo sviluppo di forme gravi di malattia”.
In accordo, dunque, con le specifiche determine autorizzative dell’Aifa, il Ministero precisa:
“La selezione del paziente da trattare con anticorpi monoclonali o con antivirali è affidata ai medici che trattano pazienti affetti da Covid-19 di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati. La prescrivibilità deve avvenire nel rispetto dei criteri fissati dalla Cts”.
La circolare evidenzia che occorre “evitare l’uso empirico di antibiotici. La mancanza di un solido razionale e l’assenza di prove di efficacia nel trattamento di pazienti con la sola infezione virale da Sars-CoV2 non consentono di raccomandare l’utilizzo degli antibiotici, da soli o associati ad altri farmaci”.
Il documento rimarca come “un ingiustificato utilizzo degli antibiotici può, inoltre, determinare l’insorgenza e il propagarsi di resistenze batteriche che potrebbero compromettere la risposta a terapie antibiotiche future.
Il loro eventuale utilizzo è da riservare esclusivamente ai casi nei quali l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica”.
Tra le raccomandazioni, anche quella di “non utilizzare idrossiclorochina la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti; non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente. E non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie in atto per altre patologie, in quanto si rischierebbe di provocare aggravamenti di condizioni preesistenti che possono avere anche un importante impatto sulla prognosi. Evitare l’uso di benzodiazepine, soprattutto ad alto dosaggio, in considerazione dei possibili rischi di depressione respiratoria”.
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