30 Aprile 2021 Michela Perrone
Un team di ricerca è recentemente riuscito a identificare un nuovo fattore nella trasmissione del segnale del sistema immunitario che gioca un ruolo importante nello sviluppo della psoriasi. Gli scienziati hanno dimostrato che i sintomi possono essere alleviati inibendo la proteina c-Jun nella trasmissione del segnale.
La manifestazione clinica comune della psoriasi è un ispessimento grigio-rosato dell’epidermide in focolai distinti, le cosiddette placche. La ricerca biomedica sui processi molecolari coinvolti ha dimostrato che un’alterazione della normale interazione tra il sistema immunitario e le cellule epiteliali dermiche è responsabile dell’infiammazione. Tuttavia, finora non era chiaro quali vie di segnalazione regolassero l’attivazione delle cellule immunitarie, contribuendo così alla patogenesi.
Adesso uno studio condotto utilizzando dati di pazienti e modelli animali, ha dimostrato che una proteina nota come c-Jun gioca un ruolo importante nel promuovere l’infiammazione cutanea psoriasica. Il lavoro ha infatti osservato che l’inibizione della trasmissione del segnale da parte di c-Jun allevia i sintomi nel modello animale.
C-Jun appartiene a una più grande famiglia di fattori di trascrizione, fattori di legame al Dna, noti come Activator Protein-1 (Ap-1). Studi precedenti avevano già identificato un ruolo significativo di queste proteine Ap-1 nella psoriasi nelle cellule epiteliali dermiche, ma la loro funzione nelle cellule immunitarie non era ancora chiara.
I ricercatori hanno quindi esaminato se le proteine Ap-1 nelle cellule immunitarie avessero un ruolo nella patogenesi della psoriasi, identificando valori elevati di c-Jun nelle cellule dendritiche in sezioni di pelle di pazienti con psoriasi. Per indagare ulteriormente il ruolo di c-Jun, hanno poi disattivato il gene nelle cellule dendritiche.
Quando è stata innescata un’infiammazione cutanea simile alla psoriasi, gli autori del lavoro hanno visto che la disattivazione di c-Jun ha ridotto l’ispessimento epidermico e diminuito l’infiltrazione di cellule immunitarie.
L’inibizione farmacologica della proteina attivante c-Jun, conosciuta come Jnk, si è dimostrata altrettanto efficace. Questo rappresenta una potenziale opzione di trattamento, dal momento che sono disponibili inibitori Jnk altamente efficaci e selettivi che potrebbero essere studiati.
(Embo Molecular Medicine, http://dx.doi.org/10.15252/emmm.202012409)