La Stitichezza o Stipsi, è un disturbo intestinale che interessa circa il 25% della popolazione con incidenza maggiore nel sesso femminile.
Benché andare in bagno ogni 2-3 giorni sia considerato normale, il 60% della popolazione che si definisce stitica, va in bagno con regolarità una volta al giorno. Il loro malessere è, dunque, da considerarsi esclusivamente soggettivo.
La Stitichezza può essere:
- primaria o idiopatica: quando avviene con normale transito manifestando difficoltà ad evacuare, meteorismo, dolore o fastidio addominale e feci dure, oppure, a causa degli scarsi movimenti peristaltici dati da anomalie dei nervi che regolano le contrazioni e dalla scarsa produzione di serotonina (ormone che trasmette gli impulsi alla muscolatura).
- secondaria: quando è legata a cause di tipo organico, endocrine, neurologiche, alimentazione scarsa di fibre ed utilizzo di farmaci come oppiacei ed antidepressivi.
Per capire se si è affetti da Stitichezza bisogna prestare attenzione ai seguenti criteri:
- i disturbi durano da 3 mesi nell’arco di un semestre
- il problema interessa un quarto delle evacuazioni
- sforzo nell’evacuazione
- feci dure
- evacuazione incompleta con sensazione di occlusione
- meno di tre evacuazioni alla settimana
- necessità di manovre manuali per poter evacuare
Un altro modo per verificare se si è affetti da Stitichezza è la Scala delle feci di Bristol o Scala di Meyers.
Proposta per la prima volta in Inghilterra da Heaton e Lewis dell’University Department of Medicine, Bristol Royal Infirmary, consente di classificare la forma e la consistenza delle feci che dipendono dal tempo di transito lungo il colon.
I tipi 1 e 2 sono espressione di Stitichezza, in quanto, più difficili da espellere e si verificano con maggiore incidenza nel sesso femminile.
I tipi 3 e 4 rappresentano le forme e le consistenze ideali più facili da espellere, soprattutto il tipo 4.
I tipi 5 e 6 sono progressivamente tendenti alla diarrea (che si manifesta nel tipo 7) e sono più frequenti nei soggetti maschili.
La scala cambia significativamente con l’assunzione di farmaci antidiarroici o Senna.
Anche il colore da indizi sullo stato di salute dell’intestino e sulle abitudini alimentari.
Colorazione verde: è data dalla biliverdina (precursore della bilirubina), questa si trova nelle feci quando il transito intestinale è troppo veloce e non è stata metabolizzata dalla flora.
Questa colorazione la si ottiene anche ingerendo verdure e farmaci che contengono clorofilla.
Colorazione giallo-arancione: è data dall’assunzione di cibi ricchi di beta-carotene (carote, zucche ed albicocche) e dall’abuso di integratori e farmaci contenenti rifampicina, un farmaco anti micotico ed antibatterico.
Colorazione biancastra: può essere data da farmaci antiacidi a base di idrossido d’alluminio o dall’assunzione di riso, patate o tapioca.
Anche situazioni che impediscono l’arrivo della bile nell’intestino, patologie del fegato o del pancreas che impediscono la produzione di bilirubina possono causare questa colorazione.
Colorazione giallastra ed unta: è data dalla presenza di grasso nelle feci a causa del cattivo funzionamento del pancreas.
Colorazione rossa: è data dall’assunzione di cibi come succo di pomodoro, barbabietole e frutta rossa.
E’ la colorazione che mette più in allarme, in quanto, è segno di sanguinamento intestinale.
Se il sangue rosso vivo è presente a striature ed anche sulla carta igienica, può essere sintomo di emorroidi, ragadi, e lesioni ano rettali.
Se è rosso scuro e frammisto alle feci è sintomo di emorragia a livello dell’intestino crasso (colon), e può essere causa di polipi, tumori e diverticoli.
Colorazione grigio-nera: è data dall’assunzione di metalli pesanti come ferro e bismuto o deriva dal sangue parzialmente digerito a causa di un’emorragia del tratto digerente superiore.
L’assunzione di liquirizia, cioccolato e carbone vegetale può contribuire a dare tale colorazione.
Più le feci si soffermano nel colon, come nel caso della Stitichezza, più assumono una colorazione scura.
Cure naturali
Per facilitare il buon funzionamento dell’intestino è opportuno non reprimere lo stimolo ad andare in bagno, stabilendo, se è possibile, un’ora prestabilita durante al giornata.
Mangiare correttamente durante la colazione per favorire il riflesso naturale mattutino di svuotamento e bere almeno due litri di acqua al giorno.
Aumentare l’apporto di fibre vegetali (30 g al giorno), anche se inizialmente può comportare flatulenza e distensione addominale e praticare regolarmente attività fisica che favorisce una riduzione del tempo di transito intestinale.
In questa tabella vengono riportati gli alimenti con maggior contenuto di fibre

Stitichezza rimedi naturali:
Lassativi naturali
I lassativi naturali aiutano a migliorare la frequenza delle evacuazioni e vengono suddivisi in base al loro meccanismo d’azione.
Lassativi di massa o di volume (idrofili)
Aumentano le dimensioni del bolo fecale stimolando i movimenti peristaltici.
Le erbe con questa caratteristica contengono tra i loro principi attivi mucillagini che rigonfiano a contatto con l’acqua, cellulosa e fibre che non vengono digerite dall’intestino e che hanno la capacità di aumentare ed ammorbidire la massa fecale.
Il loro effetto non è immediato e va aiutato mediante una corretta alimentazione ricca di fibre e bevendo molta acqua.
Le più utilizzate sono:
Lino (Linum usitatissimum)
Psillio (Plantago psyllium)
Agar agar (Gelidium cartilagineum)
Gomma guar (Cyamopsis tetragonoloba)
Lassativi emollienti
Sono degli oli vegetali non digeribili che diminuiscono la tensione di superficie permettendo all’acqua di penetrare rapidamente nell’intestino e lubrificano il contenuto intestinale facilitandone e favorendone il transito.
Sono generalmente ben tollerati anche se meno efficaci dei precedenti.
I più utilizzati sono:
Olio di Ricino (Ricinus communis)
Olio di Oliva (Olea europaea)
Olio di Mandorla (Prunus dulcis)
Lassativi osmotici
Sono rappresentati da carboidrati o loro derivati che non vengono assorbiti nell’intestino e che richiamano acqua nel lume intestinale con effetto ammorbidente sulla massa fecale.
Facilitano il transito, effettuando anche una sorta di lavaggio, e favoriscono la peristalsi.
Molti sono frutti o resine con elevato contenuto zuccherino.
I più utilizzati sono:
Manna (Fraxinus ornus)
Tamarindo (Tamarindus indica)
Prugna (Prunus domestica)
Kiwi (Actinidia chinensis)
Lassativi di contatto o stimolanti
Sono erbe che contengono principi attivi irritanti o tossici che stimolano in modo abnorme la peristalsi intestinale favorendo uno svuotamento rapido dell’intestino.
Questo effetto è dato dalla presenza degli antrachinoni, non a caso, queste piante vengono dette “Lassativi antrachinonici” e vanno assunte facendo molta attenzione alle dosi e per periodi brevi.
Sono da assumere solo in caso di effettivo bisogno, soprattutto la Senna.
Le più utilizzate sono:
Aloe vera (Aloe barbadensis)
Senna (Cassia angustfolia)
Rabarbaro (Rheum palmatum)
Frangola (Rhamnus frangula)
Cascara (Rhamnus purshiana)
Effetti indesiderati dei lassativi naturali
Le piante officinali lassative possiedono, come i lassativi minerali, effetti indesiderati molto pericolosi, soprattutto se si assumono per periodi di tempo prolungati.
Un uso prolungato di queste erbe, comporta l’assuefazione dell’organismo che tenderà a rispondere sempre meno agli effetti lassativi e necessiterà di dosi sempre più elevate.
Con l’assunzione continua di lassativi vegetali insorgono anche disturbi del sistema elettrolitico ed abbassamento dei livelli di potassio con perdita di elasticità della muscolatura intestinale che diventerà sempre più debole.
I lassativi drastici (antrachinonici) irritano, a lungo andare, la mucosa intestinale causando uno stato di irritazione cronico.
Questi possono inoltre amplificare, a causa della scarsa produzione di potassio, gli effetti dei farmaci cardiaci (cardioglicosidi) e sono sconsigliati in gravidanza ed allattamento.
I lassativi naturali posso essere assunti insieme a fermenti lattici, probiotici (organismi vivi, non patogeni, che si trovano negli alimenti o che possono essere aggiunti ad essi che, una volta assunti, apportano beneficio alla salute) o prebiotici (sostanze presenti negli alimenti, non digeribili, che stimolano selettivamente la crescita di un limitato numero di batteri facenti parte della flora batterica intestinale, giovando alla salute dell’organismo).
Anche le erbe lassative hanno proprietà benefiche sulla flora dell’intestino.