IL BEL GIOCO DURA… TUTTA LA VITA!


16 Ottobre 2020

IL BEL GIOCO DURA… TUTTA LA VITA! GIOCARE ANCHE DA ADULTI È FONDAMENTALE PER IL NOSTRO BENESSERE PSICOFISICO.

Il tema del gioco è stato trattato e studiato da diverse branche di ricerca: psicologia, medicina, filosofia, pedagogia, antropologia…
Il termine gioco, dal latino iŏcus (scherzo, burla, gioco) viene definito come “qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive”
“Quando si gioca, si apre il cuore. Col cuore si vede e si apprendono le cose essenziali della vita”
“Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint-Exupery
Alcuni studi condotti osservando la funzione del gioco nei bambini, hanno dimostrato che la propensione a giocare è innata fin dai primissimi mesi di vita: inizialmente sembra essere legata al puro piacere di svolgere questa attività, senza un secondo fine; in un secondo momento (verso i 4-5 anni) nel bambino si sviluppa la possibilità cognitiva di cogliere il legame tra causa e effetto; durante tutto il processo di crescita, inoltre, il gioco assume l´importantissima funzione di mezzo attraverso cui il bambino impara su di sé e sul mondo che lo circonda.
La scienza ha poi dimostrato come il gioco porti benefici durante tutta la fase di crescita dei bambini: uno studio condotto nel 2003 alla Washington University ha provato che il gioco attiva e sviluppa le aree cerebrali coinvolte nelle funzioni superiori, come la socializzazione, la comunicazione e la gestione delle emozioni. Ad esempio, giocare “alla lotta” attiverebbe il BDNF un fattore neurotropico che stimola la crescita neuronale.
E crescendo, cosa accade allo spazio dedicato al gioco e all´esprimersi in modo autentico e spontaneo? George Bernard Shaw diceva che “l´uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare”.

Il tema del gioco è stato trattato e studiato da diverse branche di ricerca: psicologia, medicina, filosofia, pedagogia, antropologia…
Il termine gioco, dal latino iŏcus (scherzo, burla, gioco) viene definito come “qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive”
“Quando si gioca, si apre il cuore. Col cuore si vede e si apprendono le cose essenziali della vita”
“Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint-Exupery
Alcuni studi condotti osservando la funzione del gioco nei bambini, hanno dimostrato che la propensione a giocare è innata fin dai primissimi mesi di vita: inizialmente sembra essere legata al puro piacere di svolgere questa attività, senza un secondo fine; in un secondo momento (verso i 4-5 anni) nel bambino si sviluppa la possibilità cognitiva di cogliere il legame tra causa e effetto; durante tutto il processo di crescita, inoltre, il gioco assume l´importantissima funzione di mezzo attraverso cui il bambino impara su di sé e sul mondo che lo circonda.
La scienza ha poi dimostrato come il gioco porti benefici durante tutta la fase di crescita dei bambini: uno studio condotto nel 2003 alla Washington University ha provato che il gioco attiva e sviluppa le aree cerebrali coinvolte nelle funzioni superiori, come la socializzazione, la comunicazione e la gestione delle emozioni. Ad esempio, giocare “alla lotta” attiverebbe il BDNF un fattore neurotropico che stimola la crescita neuronale.
E crescendo, cosa accade allo spazio dedicato al gioco e all´esprimersi in modo autentico e spontaneo? George Bernard Shaw diceva che “l´uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare”.

Il tema del gioco è stato trattato e studiato da diverse branche di ricerca: psicologia, medicina, filosofia, pedagogia, antropologia…
Il termine gioco, dal latino iŏcus (scherzo, burla, gioco) viene definito come “qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive”
“Quando si gioca, si apre il cuore. Col cuore si vede e si apprendono le cose essenziali della vita”
“Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint-Exupery
Alcuni studi condotti osservando la funzione del gioco nei bambini, hanno dimostrato che la propensione a giocare è innata fin dai primissimi mesi di vita: inizialmente sembra essere legata al puro piacere di svolgere questa attività, senza un secondo fine; in un secondo momento (verso i 4-5 anni) nel bambino si sviluppa la possibilità cognitiva di cogliere il legame tra causa e effetto; durante tutto il processo di crescita, inoltre, il gioco assume l´importantissima funzione di mezzo attraverso cui il bambino impara su di sé e sul mondo che lo circonda.
La scienza ha poi dimostrato come il gioco porti benefici durante tutta la fase di crescita dei bambini: uno studio condotto nel 2003 alla Washington University ha provato che il gioco attiva e sviluppa le aree cerebrali coinvolte nelle funzioni superiori, come la socializzazione, la comunicazione e la gestione delle emozioni. Ad esempio, giocare “alla lotta” attiverebbe il BDNF un fattore neurotropico che stimola la crescita neuronale.
E crescendo, cosa accade allo spazio dedicato al gioco e all´esprimersi in modo autentico e spontaneo? George Bernard Shaw diceva che “l´uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare”.

0 0 votes
Article Rating
Iscriviti
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Would love your thoughts, please comment.x